Non è ancora giunta, nella mia vita così tormentata, l’ora tanto desiderata per rispondere alla lettera indicibilmente gioiosa che ricevetti dal mio amatissimo amico quand’ero ancora a Vienna [1].
Tuttavia, mi sento ora sollecitato con tale urgenza a darLe finalmente almeno la dovuta risposta alle domande e ai desideri, il cui oggetto e contenuto hanno saputo colmarmi di un così caldo orgoglio.
Possa il più magnanimo di questa terra perdonarmi per aver tanto indugiato! Mi ero infatti lusingato, seppur per breve tempo, della splendida speranza di essere favorito da quella sublime ventura: potervi riferire tutto ciò di persona e a viva voce [2]!
Che proprio il persistente malessere del mio sommamente clemente Signore dovesse essere la causa principale della rovina di tale speranza – quanto profondamente questo destino mi ha ancora una volta afflitto! – Ma ora, a ciò che il mio augusto Signore desiderava e comandava!
Gli schizzi del pittore Hoffmann, a Vienna, sono stati inviati — salvo alcuni tuttora in lavorazione — al Consigliere di Corte Düfflipp, secondo gli ordini di Vostra Maestà. A tale proposito, devo dichiarare che parte di essi dovrà essere modificata nell’esecuzione, nell’interesse di una resa scenica più efficace.
A tal riguardo, sono sorto in gravi difficoltà con l’artista che li aveva disegnati, tanto che, dato anche il suo carattere per altri versi poco conciliabile, ho dovuto affidare la realizzazione conforme alle mie intenzioni sceniche al pittore Brückner di Coburgo, dotato di grandissimo talento. In tal modo, sono ora certo che tutto verrà eseguito secondo le mie ultime istruzioni.
Ritenendoli di particolare pregio, mi permetto di segnalare al mio augusto Signore la prima scenografia del terzo atto del Siegfried (scena del Viandante e della Wala), i paesaggi boschivi e le alture rocciose, la fucina di Mime, così come anche la prima scena del terzo atto del Götterdämmerung (foresta di caccia e Reno).
Mi sembra assai ingegnosa la rappresentazione della Walhalla; tuttavia, molte cose dovranno ancora essere modificate, e sarà infine il “ponte” a procurarci ulteriori difficoltà. Ritengo però di aver ora trovato, insieme a Brandt, la giusta soluzione, avendo stabilito che un arcobaleno naturale si trasformi, per virtù dell’incanto di Froh, in un vero ponte per gli dèi. (Si trattava, appunto, di elementi che non sarebbe stato possibile chiarire senza il mio più attivo intervento e la mia personale esperienza.)
Con diverse modifiche, non ancora riportate nello schizzo, credo ora di aver realizzato in modo originale e funzionale anche l’abitazione di Hunding (primo atto della Walküre). La difficoltà maggiore, la sala dei Gibichungen nel Götterdämmerung, dopo molte rielaborazioni complete, è ora forse giunta a un punto tale da poter essere considerata come un modello fantastico della sala regale di una stirpe reale altogermanica. Infine, devo nuovamente far notare, riguardo a questi schizzi, che ciascuno di essi subirà ancora delle modifiche in fase esecutiva, attraverso le quali spero di poter ottenere in modo ancor più compiuto la soddisfazione del mio augusto Signore.
Per quanto concerne le tre rappresentazioni complete della mia opera dinanzi al mio augusto Protettore e Benefattore, non poteva certo esprimersi che questo desiderio così felicemente concepito, affinché fosse adempiuto quale sacro comando. La strofa di Brünnhilde dovrà essere da me messa in musica e inserita, da parte della cantante, in queste rappresentazioni: il mio clementissimo Amico avrà qui l’onore della decisione! – Mi permetto di fissare il periodo di queste tre rappresentazioni, riservate unicamente [3] a Vostra Maestà, tra la metà di luglio e la prima settimana di agosto 1876. Questo costituirà infatti il tempo delle prove generali dell’intero ciclo delle quattro opere principali, le quali non verranno più provate separatamente, bensì in modo regolare e consecutivo.
Ho infatti intenzione – se Dio mi concederà la vita e mi sosterrà con animo saldo tra le continue amarezze cui qui sono esposto – di attenermi fermamente, anche per quanto riguarda i tempi, al piano di esecuzione che già Le ho comunicato, e di attuarlo senza deviazioni.
Se disponessi costantemente dei necessari mezzi finanziari, potrei affrontare ogni fatica con leggerezza; ma il fatto che io debba ancora adoperarmi con ogni sforzo per procurarmeli – e ciò attraverso tentativi cui credevo ormai di non dover più essere sottoposto – questo, spesso, mi rende profondamente scoraggiato.
Ma, pazienza! Voglio superare anche questo; vorrei solo un po’ di comprensione della mia situazione da parte di coloro che, invece, sono favorevolmente disposti nei miei confronti.
Così, avendo ora reperito a Vienna e a Pest le somme necessarie per i lavori di sistemazione del terreno, non mi resta che provvedere nuovamente alle prove straordinarie, senza le quali – qualora non riuscissi a organizzarle quest’estate – non potrei garantire l’esecuzione prevista per l’anno prossimo.
Mi trovo dunque costretto a recarmi ancora a Berlino, per acquisire almeno una parte dei fondi destinati alle retribuzioni estive di cantanti e musicisti, tramite l’esecuzione dei miei tre cosiddetti «frammenti» (!). Con rammarico, tuttavia, devo constatare che i signori musicisti si mostrano di gran lunga meno disposti al sacrificio rispetto ai miei cantanti, il che mi procura molta [4] preoccupazione.
– Inoltre, di recente sono giunto alla convinzione che il giovane che si era offerto per il ruolo di Siegfried si sia rivelato del tutto incapace di assolvere a tale compito [5]. Per cercare un sostituto, intendo ora esaminare alcuni giovani artisti che mi sono stati raccomandati come idonei, e per tal fine intraprenderò nuovamente un viaggio che mi condurrà dapprima a Hannover e Braunschweig.
– Per quanto riguarda la Nielson, mi rincresce riferire che la speranza riposta in lei è venuta meno già per il fatto che suo marito è francese, e ha dichiarato che sua moglie non avrebbe più potuto esibirsi a Parigi se avesse cantato a Bayreuth. Appresi inoltre che, per il suo tratto interpretativo complessivo, ella fosse meno adatta a me che a Gounod (per esempio nel ruolo della sua Margarethe); avrebbe forse potuto incarnare Elsa, ma certamente non Sieglinde. Per aver dunque finalmente fatto tutto anche in vista l’assegnazione di questo ruolo, decisi dunque di conoscere anche la signora Vogl, che mi è stata indicata da più parti come artista di grande interesse, in uno dei suoi ruoli migliori. Avevo richiesto – unicamente a tale scopo – una rappresentazione del Tristan a Monaco; non sono però ancora riuscito a ottenerla, ma intendo raggiungere il mio intento qualora un’occasione favorevole, offerta dal repertorio, potesse presentarmisi.
Così, carissimo e augusto Signore, mi vede nuovamente immerso in tutte quelle vicissitudini e tribolazioni che hanno già consumato tanta parte della serenità concessami negli anni della mia vita!
Con quanta nostalgia anelo, al contrario, a riprendere una produzione esclusivamente artistica!
Questo probabilmente non mi sarà concesso ancora per molto tempo: perché ciò che ogni artista di ogni nazione ha trovato – il materiale per la formazione del proprio genio – io devo prima elaborarlo a partire dalle condizioni più grezze, in mezzo a questa nazione tedesca profondamente trascurata; dove sarei, se non fosse stato per due o tre anime umane che hanno compreso la mia necessità e si sono attivamente adoperate per me! Infatti, non mi tocca soltanto lottare per procurarmi il materiale artistico necessario; devo anche scuotere il torpore dei miei nuovi concittadini, sì – forse persino intervenire personalmente per garantire ai visitatori del mio festival un alloggio almeno tollerabile a Bayreuth.
Io stesso sono stato interpellato per intercedere presso Vostra Maestà affinché venga concesso un ordine relativo al collegamento ferroviario tra Norimberga e Bayreuth; in effetti, tutti i visitatori del luogo si lamentano del cattivo collegamento con la città. La nuova linea ferroviaria sarebbe da tempo decretata, ma i lavori non iniziano per tempo proprio là dove il loro completamento, nell’estate del prossimo anno, potrebbe esserci di immenso vantaggio. Si ritiene che un cenno di Vostra Maestà possa ottenere questo risultato – ed ecco che spetta a me implorarlo! Temo che dovrò dare ancora dei concerti anche per questo.
Dopo tutte le prove della Vostra sconfinata bontà nei miei confronti, l’unico motivo per cui mi lamento con Voi, magnanimo amico, è che con Voi posso essere del tutto sincero, mentre, per orgoglio, tengo così volentieri per me le mie preoccupazioni e [6] tribolazioni, di fronte al mondo e a tutto ciò che esso contiene. Ma allora – come ho sempre fatto, così anche ora – devo pregarVi di avere pazienza con il Vostro protetto, anzi: di rinnovare in me quella pazienza che sempre mi avete dimostrato. Questa è la mia umile preghiera! L’opera – allora – non mancherà, e tutto sarà compiuto!
In eterna e rinnovata adorazione, saluta il più grande miracolo della sua vita
Vostro,
per sempre assegnato come bene a Voi destinato
Richard Wagner
Bayreuth
6 aprile 1875
Note a piè di pagina
[1] Wagner soggiornò a Vienna dal 21 febbraio al 6 marzo e dal 12 al 15 marzo 1875, per eseguire in due grandi concerti (il 1° e il 14 marzo) alcuni brani tratti dalle sue opere più recenti. Gli introiti netti di entrambi i concerti erano destinati a coprire i costi delle prove preliminari di Bayreuth nell’estate del 1875. (Dal 6 al 12 marzo Wagner si era recato a Pest, dove – con la collaborazione di Liszt – diresse anch’egli un grande concerto orchestrale il 10 marzo).
[2] Il 5 marzo, da Vienna, Wagner aveva comunicato a Düfflipp che avrebbe volentieri fatto ascoltare al suo regale Benefattore a Monaco gli stessi brani dalla Götterdämmerung che aveva appena eseguito in quella città, al termine della sua tournée concertistica viennese. Egli aveva sperato, in tale occasione, di poter finalmente salutare di persona il Re; ma anche stavolta ciò si rivelò impossibile, poiché l’udienza privata prevista non ebbe luogo.
[3] Wagner utilizzò “an” nella versione originale, poi modificato in “für.
[4] Nella versione originale è scritto “viele”, poi modificato in “viel”.
[5] Dr. Glatz! Cfr. sopra p. 42, in basso / p. 43, in alto.
[6] Wagner scrisse «Nöthen», poi modificato in Nöthe.
Le annotazioni [3], [4] e [6] sono utili a chi legge il testo originale in tedesco.
Traduzione in italiano di Claudia Bilotti [© Claudia Bilotti | WAGNER Salon]