R. è rattristato dalla disperazione di Glatz! ‘Devo avere dei selvaggi’, dice R., ‘non dei barbari colti’. Scrivo al Barone Normann per informarmi su un tenore, il signor Schwab, che si è proposto.
Sto leggendo “Nathan il Saggio” con i bambini e sono nuovamente molto commossa da molte cose, la voce di Assad, che riposa nell’anima di Saladino, mi tocca particolarmente; si perde la voce dei morti, che si può essere risvegliato nuovamente [1]. La verità ripagata come una moneta, nel monologo di Nathan, ricorda l’aspetto pratico con cui gli ebrei concepivano il loro rapporto con Dio.
Conferenza riguardo una locanda da costruire – difficoltà su difficoltà, ma R. è sempre soddisfatto delle persone che fanno parte del suo Consiglio di amministrazione. La sera lettura dell’opera di Gfrörer.

Carta di soggiorno di 1958.
[1] La frase pronunciata da Saladino, è tratta dal IV atto – scena III: Va bene. – (E la sua voce come sarà? – La voce di Assad dorme dentro di me, da qualche parte).
Traduzione in italiano di Claudia Bilotti [© Claudia Bilotti | WAGNER Salon]